videozuma | La sedia di cartone commuove la giuria del Catone Film Festival
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La sedia di cartone commuove la giuria del Catone Film Festival

cff15_logoIl Catone Film Festival è una manifestazione culturale volta alla promozione dei valori della solidarietà, della cittadinanza attiva e dello sviluppo equo e sostenibile nel territorio di Monteporzio Catone e dei Castelli Romani. L’inziativa – promossa dalla sede di Monteporzio Catone dell’Associazione Nazionale Carabinieri – si basa sul coinvolgimento della società civile locale e sulla stretta collaborazione con le istituzioni locali.

 

Sezione TEMA SOCIALE

1° PREMIO va a NEL SILENZIO di Lorenzo Ferrante e Matteo Ricca. Per l’originale chiave narrativa scelta nel seguire il percorso, contraddittorio e difficile, che un giovane compie per accettare il dolore e la sofferenza della malattia del fratello.

12027593_1698538887033983_4574498607475190011_n2° PREMIO va a LA SEDIA DI CARTONE di Marco Zuin. Per l’intensa partecipazione con cui documenta il lavoro di una comunità, che trasforma un gravissimo handicap in occasione di socializzazione, superando con creatività la povertà delle risorse.

3° posto ex aequo va a VISTAMARE di Ezio Maisto. Per la leggerezza poetica con cui legge, attraverso gli occhi di un ragazzo che non si arrende, il tema del degrado socio- ambientale e l’abbandono di un sogno di benessere.
L’IMPRESA di Davide Labanti. Per la capacità di raccontare la crisi del sistema produttivo italiano da un punto di vista inedito, portandoci sino alle estreme conseguenze. Anche l’autore di questo corto non è riuscito a muoversi da Bologna, dove vive, ma ci ha mandato un video messaggio di ringraziamento.
Menzioni speciali:
BELLA DI NOTTE di Paolo Zucca. Per le soluzioni narrative con cui, usando le parole scritte da D.H. Lawerence nei primi del ‘900, riprende la figura mitica e misteriosa dell’Accabadòra, profondamente radicata nella cultura sarda e, oggi, sottilmente legata al tema dell’eutanasia.
VENERDI’ di Tonino Zangardi. Per il modo asciutto, dolente e severo con cui intreccia in una storia privata i protagonisti dell’attuale dramma del lavoro: un padrone superficiale, un sindacalista impotente e un lavoratore appeso al filo del licenziamento

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